La società Italiana Vetri e Cristalli fu fondata nel 1924 a Marghera, su iniziativa del senatore Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat e nonno del celeberrimo avvocato, avente come finalità la fabbricazione e la vendita del vetro in genere ad un modo particolare mediante lo sfruttamento dei brevetti Libbey-Owens. Al suo fianco e già in attività, la Società Italiana Coke: i due impianti sorgevano nella Zona Industriale Nord, le persone impiegate erano inizialmente circa 650. Le due società, poi riunite sotto il nome di Vetrocoke, furono divise in Sezione Coke, Sezione Vetri e Cristalli e Sezione Azotati.
Lo stabilimento crebbe, aggiungendo in periodo di autarchia numerosi prodotti alla sua gamma: tra cui il Vitrosa, un isolante in vetro fibroso, e il Plexiglas, ovvero il polimetilmetacrilato.
Nel corso della Seconda Guerra Mondiale Porto Marghera e gli stabilimenti della Vetrocoke furono presi di mira dai vari bombardamenti, per poi essere ricostruiti e riattivati tra il 1946 e il 1947. Con la fine della guerra lo stabilimento riparte, aggiungendo perfino un terzo forno, ancora più grande.
Nel 1986 avvenne l’ingresso nel gruppo SIV e la costruzione di un moderno impianto con tecnologia float, che rappresenta ad oggi la tecnologia più avanzata e diffusa nella produzione del vetro piano.
Pochi anni più tardi, l’azienda fu prima privatizzata e poi nel 1995 divenne totalmente proprietà Pilkington, multinazionale inglese cui si deve, tra l’altro, l’ingegnerizzazione del processo float tramite galleggiamento su bagno di stagno.
Nel giugno 2006 Pilkington veniva acquisita dal Gruppo NSG, ad oggi uno dei più grandi produttori al mondo di vetro e di sistemi di vetro operante in tre principali aree di business: Edilizia, Automobile e Tecnologie Creative.
Cent’anni dopo, nel medesimo stabilimento si continua a produrre vetro d’eccellenza e per festeggiare questo traguardo, venerdì 20 settembre, si terrà un incontro per i dipendenti e la stampa in cui sarà presentata la monografia “1924-2024 | Cent’anni di vetro a Porto Marghera”.