UNI 7697

UNI 7697 "Criteri di sicurezza nelle applicazioni vetrarie"

La norma UNI 7697, entrata in vigore il 12 febbraio 2015, stabilisce i criteri di scelta dei vetri idonei da utilizzare in funzione della particolare destinazione d’uso prevista, allo scopo di assicurare i requisiti minimi di sicurezza dell’utenza. Si applica ai vetri per edilizia, nonché ai vetri destinati a qualsiasi altro impiego non regolamentato da norme specifiche pertinenti. La norma è attualmente in fase di revisione.

La norma fissa un criterio per classificare le differenti tipologie di vetrate, suddividendole in:
  • esterne: sono posizionate all’esterno o separano un ambiente esterno da uno interno; 
  • interne: sono posizionate all’interno o separano due ambienti interni;
  • verticali: angolo di montaggio rispetto la verticale ≤15°;
  • orizzontali: angolo di montaggio rispetto la verticale >30°;
  • inclinate: angolo di montaggio rispetto la verticale compreso tra 15° e 30°; 
  • accessibili: le persone possono venirne a contatto nelle condizioni di impiego previsto;
  • non accessibili: le persone NON possono venirne a contatto;
  • protette: si sono adottati accorgimenti che eliminano in modo certo il rischio connesso ad un’eventuale rottura delle lastre;
  • non protette: non si sono adottati gli accorgimenti di cui sopra.

La UNI 7697, inoltre, definisce le azioni e le sollecitazioni che potrebbero portare alla rottura del vetro:
  • carichi dinamici: da vento, folla, traffico pedonale, onde di pressione e depressione, … (cfr. § 6.1);
  • carichi statici: peso proprio, carichi imposti, neve, pressione idrostatica in acquari e piscine, … (cfr. § 6.2);
  • urti da fenomeni atmosferici e grandine (cfr. § 6.3);
  • vibrazioni (cfr. § 6.4);
  • carichi ed urti accidentali non diversamente contemplati (cfr. § 6.5);
  • esplosioni (cfr. § 6.6);
  • urti dovuti all’impatto di una persona (UNI EN 12600) (cfr. § 6.7);
  • urti di corpi rigidi, colpi di mazza e/o d’ascia, atti vandalici, effrazione (UNI EN 356) (cfr. § 6.8);
  • urti di proiettile (UNI EN 1063) (cfr. § 6.9);
  • incendi (UNI EN 357) (cfr. § 6.10).
La norma determina infine i rischi che sono associabili alla rottura della lastra: 
  • danni a persone, animali o cose: quando la rottura del vetro, o la caduta di frammenti, possa causare ferite ad animali e persone, oppure danni a cose (cfr. § 7.1);
  • caduta nel vuoto: quando la rottura del vetro può causare una caduta da un’altezza ≥1 m (cfr. § 7.2);
  • danni sociali: quando la rottura del vetro può causare danni alla collettività, come danni ad opere d’arte, accesso ad esplosivi o ad oggetti pericolosi, evasioni da carceri, … (cfr. § 7.3).
Esistono delle particolari applicazioni che non presentano un particolare pericolo e per le quali i danni conseguenti alla rottura si limitano alla sola sostituzione della lastra stessa. 
La UNI 7697 fornisce i criteri di sicurezza minimi da seguire per le applicazioni vetrarie. Nella progettazione si possono adottare criteri diversi da quelli indicati nella normativa, purché non conducano a condizioni di sicurezza meno favorevoli (ad esempio, eliminando il rischio di danno con provvedimenti o protezioni adeguati).

Effettuata la scelta del tipo di vetro in funzione della particolare applicazione, se ne definisce lo spessore atto a sopportare carichi e sovraccarichi, mediante il metodo di calcolo conforme alle norme pertinenti.

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